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lunedì 20 febbraio 2012

Lavoratori stranieri: permesso di soggiorno

Andrea Costa
Dal 10 marzo 2012 l'ingresso ed il soggiorno dei lavoratori extracomunitari in Italia non sara' subordinato unicamente al rispetto dei flussi e delle prescrizioni di carattere economico e abitativo, ma anche all'effettiva integrazione nel nostro tessuto socio-culturale. Con l'obiettivo di garantire un'armonica convivenza tra culture differenti, il D.P.R. 14 settembre 2011, n. 179, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 263 dell'11 novembre 2011, ha previsto che, nel periodo di validita' del permesso di soggiorno, tutti gli stranieri, salvo specifiche e rare eccezioni, debbano raggiungere specifici obiettivi di integrazione. In particolare, come condizione necessaria per il rilascio del permesso di soggiorno allo straniero che entri in Italia per la prima volta, e' richiesta la stipula di un Accordo di integrazione, da sottoscrivere contestualmente alla presentazione dell'istanza del permesso di soggiorno. Nei successivi due anni il lavoratore e' tenuto a raggiungere specifici obiettivi di integrazione da valutarsi in sede di verifica ad opera dello Sportello Unico. Una valutazione insufficiente puo` portare alla revoca del permesso di soggiorno e all'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato. Nelle presenti note, dopo aver richiamato le disposizioni in materia di integrazione previste dall'art. 4-bis del D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 (il Testo Unico dell'immigrazione, d'ora in avanti T.U.I.), si verificheranno i criteri e le modalita' per la sottoscrizione da parte dello straniero dell'Accordo di integrazione, le ipotesi di esenzione e di sospensione, e le modalita' di riconoscimento, o di decurtazione, dei crediti. Si concludera` analizzando le disposizioni in materia di verifiche finali ed il ruolo dell'Anagrafe nazionale degli intestatari degli accordi di integrazione. 
Immigrazione e integrazione 
 La ricerca di un sistema di coesione sociale si e` rivelata nel tempo essenziale al fine di poter trarre i maggiori benefici dal potenziale dell’immigrazione, soprattutto in paesi caratterizzati dall’invecchiamento della popolazione e dall’incremento della speranza di vita. Una corretta gestione della diversita` e del multiculturalismo mediante l’integrazione puo` costituire un elemento fondamentale per la crescita economica e culturale di un Paese .
Lo sviluppo di idonee politiche di integrazione, dirette a raggiungere un pieno coinvolgimento dello straniero nella partecipazione alla vita economica, culturale e civile dello Stato di accoglienza e` particolarmente sentita a livello europeo, laddove, il fenomeno migratorio e` rilevante nella gran parte dei Paesi membri. Sebbene la materia dell’immigrazione sia prevalentemente di competenza dei singoli Stati, il par. 4, art. 79 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, stabilisce che «Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria, possono stabilire misure volte a incentivare e sostenere l’azione degli Stati membri al fine di favorire l’integrazione dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti nel loro territorio, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri». Le potenzialita` dell’immigrazione a livello comunitario ai fini della crescita economica sono state riconosciute, piu` recentemente, anche dalla strategia Europa 2020 e dal programma di Stoccolma.  In questo contesto, il decreto del Ministro dell’interno del 23 aprile 2007, di approvazione della Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione, ha riconosciuto la rilevanza dell’immigrazione, ribadendo che «La posizione geografica dell’Italia, la tradizione ebraico-cristiana, le istituzioni libere e democratiche che la governano, sono alla base del suo atteggiamento di accoglienza verso altre popolazioni. Immersa nel Mediterraneo, l’Italia e` stata sempre crocevia di popoli e culture diverse, e la sua popolazione presenta ancora oggi i segni di questa diversita`». Trattasi di indicazioni programmatiche; indicazioni piu` analitiche in merito all’integrazione degli stranieri in Italia si rinvengono nell’art. 4-bis del T.U.I.

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